Eng
The artistic research of Alessandro Librio addresses the issues of ecological and environmental sustainability through a multidisciplinary and synesthetic approach. From the point of view of the viewer’s perception of natural elements, Librio creates a rich relational dialogue. Significant environmental healing for a planet under attack can only take place by gaining a greater understanding of and experiencing the non-human “other”, be it animal, vegetable, meteoric or mineral. The performative nature of his work, both a visual artist and musician, allows Librio to experience first-hand the relationship between human beings and their environment, examining the infinite possibilities of multispecies encounters and exchange of listening practices. Often this possibility is mediated by sound, freeing it from the exclusivity of human speech.
This occurs, for example, in Music for the Queen, where the intersection of human construction and animal kinetics interact through the vibration transmitted from a beehive to the strings of a piano. The sound that propagates through the air probes the multiple characters of the most invisible of all natural elements, the wind.
BirdsQuartet, a video work presented at the Manifesta 12 biennial, speaks of this and more. Pushing further, Librio ascends to the height of 1000 meters overcoming physical and terrestrial limits soaring via hang glider over one of the most polluted coasts in Sicily, over Palermo. In flight, Librio’s instruments, a violin, a viola and a cello, engage with the wind, contemplating the possibility of failure. The ritual aspect is not extraneous to the artist’s performative actions; a fly-over means looking at the whole from a new perspective, on a stretch of coast like this one in the global South, where only its natural beauty is perceptible, shielding the degradation and the illegal construction on the ground from view. On the descent, a song surfaces on the strings together with the wind, strengthening the belief in the salvific function of art. The choice of the string quartet is also indicative, it is in fact the classical genre par excellence, in which the contemplation of musical forms is central, thus fitting the asceticism of the “song of the wind” over the violated city.”
The Sound of Rivers/Il Suono dei fiumi (2017), an urban sound installation nearly three kilometers long and lasting 24 hours beginning at dawn, brought back to the cityscape the sound of long forgotten rivers, the Kemonia and the Papireto. In the late 1500’s, these two rivers that crossed Palermo were entombed under ground.
The installation represents an excavation into the geological memory of cities, which, through the sense of sound, brought back to life a notable natural element – the toponymy and the signage still record their presence – but whose sensory perception was all but lost. The artwork, monumental in scale is one of the largest ever produced in Europe, can be categorically attributed to Sound Art, unique in its urban and environmental context.
Giusi Diana
Ita
La ricerca artistica di Alessandro Librio, attraverso un approccio multidisciplinare e sinestetico, affronta tematiche ecologiche e di sostenibilità ambientale, dal punto di vista della percezione che abbiamo degli elementi naturali, aiutandoci a relazionarci con essi in maniera dialogante.
Solo attraverso la conoscenza e l’incontro con l’alterità sia essa animale, vegetale, meteorica o minerale può avvenire il risanamento e la cura di un pianeta aggredito. La natura performativa del suo lavoro (è artista visivo e musicista) gli consente di sperimentare in prima persona la relazione tra l’essere umano e il suo ambiente, vagliando le infinite possibilità di incontro multispecie e di scambio di pratiche di ascolto. Spesso questa possibilità viene mediata dal suono, liberandolo dall’esclusività della verbalità umana.
Così avviene ad esempio per Music for the Queen, dove l’umano e l’animale (le api) interagiscono attraverso la vibrazione trasmessa ad un’arnia dalle corde di un pianoforte. Il suono che si propaga attraverso l’aria, sonda i molteplici caratteri del più invisibile tra gli elementi naturali, il vento. Spingersi oltre, superare i limiti fisici attraverso l’ascesa in volo con il deltaplano a 1000 metri di altezza, sul mare della più inquinata delle coste di Palermo, interagendo con il vento grazie a un violino, una viola e un violoncello, contemplando la possibilità del fallimento; di questo e altro parla Birdsquartet, un’opera video presentata alla biennale Manifesta 12.
La dimensione rituale non è estranea alle azioni performative dell’artista; sorvolare, vuol dire guardare un insieme da una prospettiva inedita, farlo su un tratto di costa come quella sud, altrimenti invisibile nella sua bellezza naturale, al riparo da degrado e abuso, levando insieme al vento un canto, vuol dire credere nella funzione salvifica dell’arte. La scelta del quartetto d’archi, è poi indicativa, si tratta infatti del genere classico per eccellenza, in cui è centrale la contemplazione delle forme musicali, confacendosi quindi all’ascetismo del ”canto del vento” sulla città violata.
Il Suono dei fiumi (2017), un’installazione sonora urbana di quasi tre chilometri nell’arco di ventiquattro ore, a partire dall’alba, ha fatto emergere attraverso il suono un paesaggio fuviale dimenticato: quello della città di Palermo alla fine del ‘500, quando era attraversata dai fiumi Kemonia e Papireto, ora intombati. Uno scavo nella memoria geologica della città, che attraverso il senso dell’udito ha riportato in vita un elemento naturale noto – la toponomastica e la segnaletica ne ricordano ancora la presenza – ma di cui si era persa la percezione sensoriale. L’opera, monumentale per dimensioni, una delle più estese mai realizzate in Europa, è ascrivibile all’ambito della Sound Art, in una originale dimensione urbana e ambientale.
Giusi Diana